40 anni fa entrava in vigore la direttiva europea 82/76CEE che stabiliva l’obbligo di una “remunerazione adeguata” per i medici specializzandi.
Pochi giorni fa, la Corte di giustizia Europea, ha riaffermato il diritto alla remunerazione di tutti – gli allora – giovani medici specializzandi. Inoltre ha riconosciuto, a determinate condizioni, il diritto al risarcimento del danno subito.
La Corte di Cassazione ha infatti interpellato la Corte di Giustizia Europea relativamente ad una delle centinaia di cause intentate da decine di migliaia di medici ex-specializzandi contro la Presidenza del Consiglio, Mef, Miur e Ministero della Salute.
Tra gli aspetti predominanti dell’interpellanza, emergono palesi le richieste di chiarimento riguardo il come (e non il se) regolare i rapporti con gli specializzandi iniziati prima del 29 gennaio 1982 – data di entrata in vigore della direttiva- e proseguiti successivamente, e come interpretare il diritto al risarcimento degli specializzandi non remunerati fino al 1991 (quando l’Italia, con ritardo di otto anni, finalmente traspose la direttiva 76, che per inciso andava recepita entro il 31/12/1982).
Sul primo punto la risposta della Corte di Giustizia è chiarissima: il diritto alla “adeguata remunerazione” di quei giovani professionisti decorre dal 1° gennaio 1983, in sostanza dal primo giorno di mora dell’amministrazione italiana nel recepimento della direttiva 82/76/Cee. Ciò senza escludere un diritto alla “adeguata remunerazione” dei mesi di specializzazione precedenti al 1°gennaio 1983 per gli specializzandi che continuarono il periodo di formazione dopo quella data.
Quindi, secondo la Corte del Lussemburgo, ogni formazione medica specializzata, sia a tempo pieno che parziale, iniziata prima dell’entrata in vigore della direttiva 82/76 (29 gennaio 1982) e proseguita dopo la scadenza del termine per la sua trasposizione (31 dicembre 1982), deve essere oggetto di remunerazione appropriata.
Riguardo la seconda richiesta di chiarimento, relativa quindi a come interpretare il diritto al risarcimento degli specializzandi non remunerati fino al 1991, la corte di Giustizia Europea offre una regola di giudizio non prescrittiva ma indicativa.
In base alla sentenza C-590/20 la Corte afferma infatti che gli Stati membri sono obbligati a risarcire i danni causati dal mancato o tardivo recepimento del diritto dell’Unione, quando si verificano contemporaneamente tre condizioni: la regola violata conferisce ai singoli un diritto dal contenuto identificato, la violazione è sufficientemente caratterizzata, esiste un nesso causale diretto tra la violazione ed il danno.
Quindi il risarcimento del danno è dovuto e rimesso alle Corti nazionali che devono però verificare tre presupposti.
Naturalmente quanto affermato dalla Corte di Giustizia Europea avrà profonde ripercussioni sul futuro atteggiamento di qualunque Corte del nostro paese. I giudici dovranno, a prescindere dalle date di iscrizioni ai diversi corsi di specializzazione, riconoscere il diritto a tutti i medici risarcendone il danno. Riguardo invece quanto riportato dalla Corte di Giustizia Europea nelle proprie memorie, sarà di supporto a quanto da noi sempre sostenuto in termini di ammontare del risarcimento, in termini di prescrizione, nonché per ciò che concerne rivalutazione e interessi. Ciò risulta di particolare supporto e interesse là dove i medici specializzati dopo il ’93 hanno ricevuto borse di studio non adeguate al cambiamento del valore economico della moneta. Si apre quindi uno scenario estremamente favorevole anche in favore dei medici che hanno un contenzioso in corso in ordine all’adeguatezza nel tempo relativamente alla borsa di studio che venne percepita all’epoca.
Le numerose recenti sentenze che continuano a riconoscere il diritto dei medici danno un’indubbia energia ai ricorrenti, vecchi e nuovi. A queste si somma la spinta offerta dalla Corte di giustizia Europea che afferma chiaramente l’obbligo degli Stati membri al riconoscimento dell’adeguata remunerazione nonché del danno.
Auspichiamo che questa sentenza, come tutte le altre pronunciate di recente, porterà ad una legge con la quale a breve si troverà un accordo per tutta la categoria, grazie ai 2 disegni di legge presentati dalla senatrice Rizzotti, che hanno trovato ampio appoggio da forze di Governo ed opposizione. Il rapido susseguirsi di manifestazioni di sostegno bipartisan fa intuire come oggi ci siano tutte le condizioni per raggiungere l’accordo transattivo per chiudere la vertenza con un rimborso forfettario ma solo per coloro che, prima della trasformazione in legge, avranno un ricorso in essere.