Per un ammontare di circa 7 milioni di Euro sono quasi 400 i medici specializzati tra il 1978 e il 2006 che tra settembre e novembre, con ben 5 sentenze, hanno vinto il ricorso contro lo Stato per il rimborso del corretto trattamento economico, previsto dalle direttive Ue in materia (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che lo Stato italiano aveva negato loro.

Inutile considerare tali sentenze come un ulteriore conferma del diritto ormai riconosciuto, ma sicuramente allarmante per i conti pubblici sarebbe non prendere in considerazione quello che potrebbe essere un esborso miliardario se il Parlamento non provvederà a trovare finalmente una soluzione normativa definitiva.

Non sono infatti da trascurare gli effetti di quanto sancito dalla Corte di Giustizia Europea (cause riunite C-616/16 e C-617/16), che potrebbe portare, d’ora in avanti, nelle tasche dei medici riconoscimenti in alcuni casi addirittura triplicati rispetto quelli avuti fino ad oggi.

Come confermato dal Prof. Sergio Di Amato, consigliere della I° Sezione Civile della Corte di Cassazione, componente delle Sezioni Unite civili della stessa Corte e, fino ai primi di febbraio, presidente della III° Sezione della Corte di Cassazione – per intenderci la stessa che ha emesso un cospicuo numero di sentenze sugli ex specializzandi -(https://www.prolegalsolutions.it/it/news/medici-ex-specializzandi-1993-2006-oltre-50mila-i-medici-da-risarcire), il baluardo dello Stato che, pur avendo sempre riconosciuto il diritto, si è sempre appellato alla prescrizione dello stesso, è ormai un ricordo.

Infatti, come ben ricorderete,la certezza del diritto necessaria per il decorso dei termini prescrittivi, non si è mai concretizzata ciò in quanto, non si sono avute sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi.